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Quando si sale la Val Ferret, arrivati ad Arnouva si possono notare le belle e imponenti pareti di roccia che sovrastano il bacino del Mont Greuvettaz. A colpo d’occhio si intuisce subito che l’intero bacino è selvaggio e severo. Fino all’anno scorso ignoravo l’esistenza di queste montagne, finchè non me ne parlò Marco Farina.

Marco era già stato a fare qualche ricognizione e mi disse che il bacino offriva ancora alcune possibilità di apertura. L’idea mi interessò subito, tanto più che su queste montagne avevano messo la firma alcuni dei nomi più importanti dell’alpinismo degli anni 70, 80 e 90. Come poter rifiutare l’occasione di mettere il proprio nome vicino a quello dei vari Manera, Piola, Vogler, e Motto?

Eccoci quindi pronti nell’ agosto 2011 armati di zaini enormi  avviarci sul sentiero per il bivacco Comino. L’impatto fu straordinario, un ambiente di alta montagna con delle pareti di granito imponenti. Il primo giorno portammo il materiale alla base e individuammo il posto dove attaccare la nostra via, per poi ritirarci alla base del ghiacciaio nella nostra tendina. Ecco che il giorno dopo in 15 ore nasceva Centocinquanta. Quel giorno sia io che Marco eravamo motivatissimi e salivamo su qualsiasi difficoltà ci si presentasse davanti. La via è stata tutta aperta a chiodi e protezioni veloci solo durante la discesa abbiamo rinforzato le soste con uno spit per ancoraggio.La stessa estate Marco tornò nel bacino con Francesco Canale e Elia Andreola (Panda) e aprì sulla parete di fronte a Centocinquanta un’altra bella via di 470m, Mandorlita. Questa via si sviluppa tra fessure, diedri da integrare e placche protette con qualche spit per indicare la linea.